''Il dialetto secondo Pasolini'', a cura del Centro Studi sui Dialetti
Un evento per ricordare uno dei più importanti intellettuali italiani del dopoguerra: Pier Paolo Pasolini. Nella settimana in cui ricorre il 40esimo anniversario della sua scomparsa, il neocostituito Centro Studi sui Dialetti Apulo Baresi ha voluto celebrarne il ricordo, lo scorso 6 novembre presso i laboratori Glan. “Vi chiederete perché un centro studi sul dialetto si interessa alla figura di Pasolini?” ha esordito la moderatrice della serata, membro del centro studi, Chiara Fasano “la risposta è molto semplice. Non tutti sanno che Pasolini ha iniziato il suo percorso letterario, proprio dedicandosi alla produzione di poesie in dialetto. Per la precisione, il dialetto di Casarsa, paese d’origine dell’amata mamma Susanna.”
Una personalità versatile quella di Pasolini, dedita alla scoperta di tutto ciò si conformi all’ideale di bellezza, anelato sin dai primordi della sua poetica e rintracciabile in alcune figure ricorrenti, come quella di Narciso. “Oggi faremo morire il secondo Pasolini, quello creato da una lunga tradizione di pregiudizi, perpetratasi dopo la sua morte e recupereremo la figura dell’intellettuale, dell’artista e del poeta” ha concluso Chiara Fasano.
Come preannunciato, la componente letteraria di Pasolini è stata indagata da Giovanni Laera, Pietro Gigante e Mario Gabriele, che hanno trasposto dal dialetto friulano a quello nocese numerosi componimenti. Per Pasolini, il dialetto è l’ultimo baluardo di quell’idea di popolo da sempre caldeggiata con tenacia e convinzione. La lettura è stata intervallata da alcuni spezzoni cinematografici di due importanti film del cineasta, “Accattone” e “Mamma Roma” . Sul finale, Giuseppe Liuzzi su accompagnamento di Francesco Sgobba Palazzi ha proposto “Canzoni di e per Pasolini”.
La serata ha visto l'apertura ufficiale del tesseramento al Centro Studi, che consentirà a tutti i soci di accedere ad un pacchetto attività completo di workshop, cineforum ed escursioni guidate.